Social Network: Pro e Contro

Tratto da articolo pubblicato il 08.12.2012 su RIMINI DONNA, RD Editore da Rimini Comunicazione srl

scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini "Social network: pro e contro"

Lo sviluppo delle nuove tecnologie sta cambiando il modo di relazionarsi e di comunicare coinvolgendo, progressivamente,  un numero crescente di persone di tutte l’età. La possibilità di ritrovare amici, colleghi o semplicemente conoscenti che avevamo perso di vista con il trascorrere degli anni, è facilitata dall’utilizzo dei social network, dalle applicazioni degli smart phone e dei tablet.

Fare parte delle diverse comunità on line implica necessariamente poter avere questi strumenti di comunicazione e saperli usare adeguatamente, avendo anche l’accortezza di scaricare i continui aggiornamenti. Allo stesso tempo i confini della riservatezza e il concetto di privacy sono andati modificandosi in maniera importante. Per esempio, oggi la localizzazione di una persona in tempo reale, che magari non abbiamo mai incontrato, non sembra sia difficile da stabilire.


Ciascun utente può responsabilmente scegliere di aderire o meno a questi servizi, adottando specifiche misure di sicurezza utili a una gestione consapevole della propria riservatezza. Fondamentale è capire come usare i social network e decidere con chi condividere certe informazioni.


Le tante opportunità offerte dai social network possono però anche, costituire fonte di stress e di disagio emotivo. In generale, lo stress si verifica ogni qualvolta l’utente subisce gli effetti direttamente derivati dall’uso di questi strumenti, non riuscendo ad esercitare un adeguato grado di controllo sulle conseguenze del loro funzionamento. Da un loro opportuno utilizzo derivano benefici relazionali e sociali ma possono  anche verificarsi esperienze relativamente spiacevoli o addirittura psicologicamente nocive.


Come per tutti gli strumenti costruiti dall’uomo per gli uomini, i vantaggi e il grado di utilità che ne possono conseguire dal loro impiego, dipendono da quale specifico utilizzo si vuole fare e a quale scopo. Ho incontrato pazienti che si lamentavano di essere come imprigionati da giochi di ruolo virtuali o passavano troppo tempo on line a chattare. Persone emotivamente vulnerabili possono sviluppare una vera e propria dipendenza da questi strumenti, da dover intraprendere una psicoterapia per liberarsi dall’isolamento sociale, riprendere a uscire di casa o comunque vivere meglio con se stessi e gli altri.


Seguire continuamente l’evoluzione dei post aggiunti dalla propria cerchia di “amici”, condividendo foto, commenti di commenti, video e contenuti della propria vita, può distorcere il senso di un rapporto amicale. Alcuni utenti vivendo una scarsità di rapporti sociali reali tendono a compensarla a livello virtuale attraverso i social network. La messa in atto di comportamenti di questo tipo possono essere considerati una strategia funzionale e adattiva, se nel tempo almeno alcuni di quei contatti raggiunti on line si traducessero in frequentazioni di fatto. Purtroppo però molto più spesso, per svariati motivi di natura psicologica e relazionale, questo passaggio dal virtuale al reale non si compie.


Avere tanti contatti per certe persone rimane un modo per sviluppare un senso di appagamento e di appartenenza sociale che lascia il tempo che trova, fittizio e spesso superficiale. Non di rado su questi siti si leggono ragazzi e ragazze che, per motivi molto personali, litigano insultandosi pubblicamente, con la conseguenza di coinvolgere a catena i rispettivi amici (ma anche gli amici degli amici e persone totalmente estranee a quella cerchia). Queste “risse virtuali” condizionano gli equilibri emotivi individuali e anche quello dell’intero gruppo di cui fanno parte. Fra i più giovani si osservano anche azioni coordinate per emarginare o mettere in cattiva luce un certo membro della comunità virtuale. Azioni punitive di “cyber-bullismo” che potrebbero avere degli effetti psicologici molto dannosi sulla “vittima designata”. Le regole sociali che sono alla base del reciproco rispetto e della convivenza fra persone diverse e che caratterizzano i processi comunicativi di ciascuno nella vita quotidiana, le possiamo vedere riflesse anche nelle comunità così dette virtuali. Non solo i più giovani ma anche gli adulti possono reagire con grande disagio emotivo e sofferenza nel vedersi rifiutare o cancellare una richiesta di amicizia o di appartenenza a un gruppo.


Per le persone che già prima di iscriversi a un social network presenta problematiche psicologiche o psichiatriche saranno predisposte a soffrire più degli altri. In assenza di un adeguato sostegno emotivo, potrebbe farsi reale il rischio di aggravare la sintomatologia esistente o sviluppare ex novo una sindrome depressiva, caratterizzata da abbassamento dell’umore e dell’autostima, vissuti di inadeguatezza, solitudine ed isolamento sociale. D’altra parte i social network possono essere di grande aiuto per tante persone come mezzo per approcciare nuove amicizie o nuovi amori. I social network sono anche un “luogo” dove informarsi/informare degli eventi di vario tipo che succedono e succederanno nel mondo. Le differenze individuali che caratterizzano l’identità e la storia di ciascuna persona vengono espresse anche in rete attraverso le comunicazioni, collaborando implicitamente alla costruzione di una conoscenza che è condivisibile dai membri che vi partecipano. Arrivederci a tutti i lettori, ci si legge su Facebook, Twitter, Google plus, ecc.