Vacanze e Felicità

Aricolo pubblicato dal Dr. Andrea Ronconi psicologo sessuologo psicoterapeuta il 09/05/2011 su

RiminiDonna,
RD Editore da Rimini Comunicazione srl

Per la maggior parte di noi, salute, lavoro ed economia permettendo, l’arrivo dell’estate coincide con il periodo dell’anno in cui aumentano le possibilità di fruire del nostro tempo libero, trascorrerlo con gli amici e le persone più care.

 

L’aumento della temperatura e l’allungamento delle giornate fanno da cornice ideale per godere delle carezze del sole sulla nostra pelle.

 

Lo svolgimento di attività piacevoli unitamente a queste condizioni ambientali ottimali, contribuiscono alla secrezione di sostanze endocrine e neurotrasmettitori specifici i cui effetti sono benefici per l’umore.

 

Fare esperienze divertenti e rilassanti, staccare con la routine quotidiana del lavoro, stare bene con noi stessi e gli altri, significa sostanzialmente essere consapevoli della positività dei nostri pensieri, emozioni e sentimenti. In realtà siamo pochi a poter godere di una qualità della vita “soddisfacente”, sotto i diversi aspetti che consideriamo importanti, dove la felicità e il benessere si mantengono nel tempo come stati prevalenti. Mentre sono tante le persone che non sanno come gestire o liberarsi dalle proprie ansie quotidiane, dalle preoccupazioni eccessive arrivando addirittura a viverle con un senso di impotenza avendo perso la speranza di poter stare meglio.

 

La vita può cambiare imprevedibilmente e mettere a durissima prova l’equilibrio mentale di chiunque, anche della persona che fino a quel momento era considerata emotivamente la più stabile.

 

Gli psicoterapeuti possono essere di grande aiuto per fronteggiare la stragrande maggioranza delle situazioni di crisi esistenziali, anche le più difficili. Senza riferirmi a situazioni gravemente psicopatologiche, le persone possono soffrire di preoccupazioni di vario genere ed intensità, di ansie per quella o per quell’altra ragione, di problematiche di coppia o familiari, difficoltà relazionali.

 

Sono tante le persone che a causa del loro specifico disagio mentale e sociale, al momento attuale, non riescono a godersi il tempo libero e le vacanze. Per alcuni di loro è come se non riuscissero fare a meno del proprio lavoro e dei ritmi di vita abituali ad esso (stress)correlati.

 

Ci sono persone che aggravano la loro situazione psicologica caratterizzata da depressione ed isolamento sociale proprio durante il periodo estivo quando la popolazione in riviera aumenta in maniera esponenziale con la venuta dei turisti. Queste persone si sentono inadeguate, senza valore, stanche e disperate, vivendo questa condizione con solitudine disinteresse per il mondo che li circonda.

 

Spesso le persone con depressione non lo lasciano vedere agli altri, perciò agli occhi dei non esperti è difficile riconoscere questi segni di disagio.

 

Per non rimanere soli ed aggravare la situazione è importante che abbiano almeno una persona su cui contare e fidarsi. I parenti e gli amici della persona depressa potrebbero aiutarla a trovare una diagnosi ed una psicoterapia adeguate.

 

Nei momenti di difficoltà può essere d’aiuto incoraggiare la persona con depressione ricordandole che per sentirsi meglio ci vuole tempo e che l’umore grazie al trattamento può aumentare, ma gradualmente. Anche la sostituzione dei pensieri negativi con quelli positivi, cosi come rinnovare la capacità di fare progetti per un futuro migliore sono processi graduali.

 

Possiamo stare vicino alla persona con depressione ed incoraggiarla a continuare il trattamento fino a che i sintomi iniziano a diminuire. Invitarla a fare delle attività piacevoli, andare al mare, al cinema, a ballare o semplicemente consigliargli un doccia per poi uscire insieme a fare passeggiata. Lo sport se moderato-intenso può aiutare, come anche le attività culturali e, per alcuni, anche quelle spirituali e religiose.

 

La persona depressa può avere bisogno di compagnia e passatempi, ma eccessive richieste potrebbero aumentare sentimenti di inadeguatezza e fallimento.

 

Assolutamente da evitare: minimizzare il disagio che dice di provare, chiedere di finirla di piangersi addosso, accusarla di far finta di star male, aspettarsi che per star meglio basti un semplice atto di volontà e che si possa rialzare da sola.

 

Può essere utile: saperla ascoltare profondamente, facendola parlare del suo disagio che solo lei sa quanto sia grave e invalidante. Le probabili emozioni negative che proviamo ascoltando una persona depressa sono del tutto normali e transitorie, mentre l’aiuto che gli diamo può essere per lei di grande importanza.