Tratto da intervista al Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini da parte di Mamme
Romagna.it e pubblicato il 21.03.2013 con il titolo: "Perversioni, parafilie o creatività?"
Il sesso al passo con i tempi: è ancora attuale parlare di perversioni?
Il termine “parafilia” ormai ha sostituito quello di “perversione”, minimizzando la stigmatizzazione sociale derivata dall’utilizzo di etichette a valenza negativa e inadeguate rispetto a una norma. Dal greco para παρ? = “presso”, “accanto”, “oltre”e filia φιλ?α =”amore”, “affinità”. I criteri che definiscono e differenziano oggi, un comportamento parafiliaco da un altro che non lo è, sono in continua evoluzione perché le culture e i costumi sociali cambiano nel tempo e nei diversi contesti geografici. Le conoscenze che abbiamo in merito alle tendenze e alle varianti dei comportamenti sessuali sono maturate nel tempo. E’ necessaria l’osservazione di almeno sei mesi di manifestazioni parafiliache nella forma di sessualità esclusiva o prevalente della persona, per poter ipotizzare la presenza di una parafilia.
Posso far seguire un elenco sintetico, anche se meriterebbero di essere spiegate meglio. Le più conosciute, comunicabili in questo spazio web, sono: l’esibizionismo, cioè il bisogno o il comportamento che porta all’esposizione dei propri genitali o ad una persona. Il feticismo, vale a dire l’uso esclusivo di oggetti non direttamente attinenti alla sessualità (scarpe, indumenti) o parti del corpo di una persona, al fine di innescare o aumentare l’eccitamento sessuale. La variante del feticismo di travestimento: eccitazione e/o piacere sessuale nell’indossare abiti del sesso opposto. Il frotteurismo, ovvero il bisogno o il comportamento che porta a toccare il corpo di una persona non consenziente. Il masochismo, sintetizzabile come una varietà di comportamenti sessualmente eccitanti per i soggetti, ricercati nel voler essere umiliati, provare dolore o soffrire in altri modi. Sadismo: comportamento sessualmente eccitante nel produrre dolore o umiliazione alla vittima. Voyeurismo: il bisogno o il comportamento che porta a spiare persone ignare mentre sono nude, in intimo o impegnate in attività/rapporti sessuali.
Le diverse parafilie condividono la ricorrenza e l’intensità degli impulsi sessuali, le fantasie o i comportamenti che coinvolgono oggetti, attività o situazioni insolite. Mentre l’estraneità, diversità e stravaganza sono attribuzioni spesso derivate dal giudizio di persone che non si riconoscono in queste pratiche sessuali e spesso le ripudiano. Questo è un aspetto che fa la differenza nella motivazione al trattamento. Infatti, i pazienti che manifestano parafilie difficilmente riconoscono le loro preferenze sessuali come disfunzionali o come un sintomo di un disturbo mentale o comportamentale più importante da curare.
Il riconoscimento, spesso solo parziale, di quanto in realtà certi comportamenti possano avere effetti nocivi sulle persone coinvolte, può avvenire, purtroppo soltanto dopo che i fatti si sono compiuti. In talune specifiche situazioni queste abitudini “private” possono sfociare in comportamenti incontrollati che offendono psicologicamente e fisicamente un’altra persona che da quel momento in avanti diviene vittima. Qui evito, per ragioni deontologiche e di buon senso, di considerare le situazioni che hanno risvolti legali e più drammatici, che non di rado si leggono sulle pagine di cronaca.
Le conseguenze negative più comuni per chi soffre di parafilia sono: isolamento sociale e difficoltà nel formare e mantenere una relazione sentimentale stabile; conflittualità per le difficoltà ad assecondare il/la partner nelle richieste sessuali; lo sviluppo di difficoltà sessuali riguardanti la fase di eccitamento e quella dell’orgasmo.
Le persone che manifestano parafilie tendono ad instaurare rapporti sentimentali dalla “sessualità complementare”, cioè altri individui che mettono in atto particolari fantasie e bisogni. Quindi solitamente le coppie formate dall’incontro di due persone con parafilia condividono un certo grado di complicità sessuale. A lungo termine queste relazioni possono divenire più instabili e conflittuali, evidenziando frustrazioni a vari livelli e di diversa intensità, individuali e di coppia.
Singoli e coppie con parafilie vengono in consultazione psicosessuologica, non tanto per sapere se sono normali e neppure per cambiare il loro repertorio. Piuttosto lo fanno allo scopo di bypassare quelli che sono gli effetti negativi che ostacolerebbero i progetti di coppia più importanti come per esempio fare figli e divenire genitori, o più semplicemente per migliorare l’intesa reciproca avendo diversi bisogni che ostacolano la condivisione del piacere.
Fra il fare sesso creativamente e soffrire di parafilie: che differenza fa?
La parafilia in genere è la tendenza compulsiva, il bisogno impellente e ripetuto legato a fantasie sessuali particolari, utilizzo di oggetti o la messa in atto di comportamenti sessuali inusuali. Solo quando questa provoca intenso disagio emotivo a se stesso o agli altri è considerata patologia. Ma ci sono tante varianti creative della sessualità che impiegano la fantasia di entrambi i partner che non rientrano affatto nella casistica clinica. Il problemi sorgono da quando il bisogno diventa come un obbligo per se e gli altri, un dovere al quale il paziente parafiliaco non riesce a controllare. Le parafilie hanno un esordio nella fanciullezza o nell’adolescenza poi possono cronicizzare e con l’avanzare dell’età attenuarsi.
Le persone con parafilie possono andare incontro a specifici problemi sessuali?
Come dicevo, la parafilia in quanto tale se diagnosticata è già una specifica problematica sessuale. Però il disagio che vive la persona e la coppia è maggiore se ci fossero anche altre problematiche ad essa correlate. L’eiaculazione ritardata o assente, alcune forme di disturbo dell’erezione, quello dell’eccitazione e l’anorgasmia nella donna sono solo alcuni esempi. La diagnosi differenziale permette di capire se, per esempio, la difficoltà di lui di eiaculare in vagina o quella di lei di eccitarsi e provare l’orgasmo siano o meno legati ad una specifica parafilia. Queste persone si eccitano esclusivamente nelle maniere più disparate in situazioni o con indumenti o oggetti particolari, ma poi nell’incontro con il partner fanno fatica a lasciarsi andare, eccitarsi e provare l’orgasmo.
Esistono anche partner che pur condividendo l’attuazione di fantasie sessuali estreme, si trovano dipendenti dal bisogno compulsivo di alimentare continuamente un’escalation di esperienze finalizzate al massimo piacere e a una completa soddisfazione sessuale che però sembra non arrivare mai. Anche in queste particolari situazioni la psicoterapia può essere di aiuto, a condizione però che ci sia, in entrambi, una genuina motivazione alla comprensione del problema e al tentativo di risolverlo.
Possibilità di ricevere sostegno emotivo e realizzare consulenze a distanza, senza recarsi presso lo Studio: