Tratto da articolo pubblicato il 03.07.2011 su RIMINI DONNA, RD Editore da Rimini Comunicazione srl
scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini "PMA per II° figlio"
Caro Dottore ho 34 anni, io e mio marito siamo diventati genitori grazie alla procreazione medicalmente assistita (PMA) è nato un bimbo sano e meraviglioso e stiamo per festeggiare il suo primo anno di vita. Siamo stati fortunati perché è arrivato subito al primo tentativo. Ora io vorrei dargli un fratellino o sorellina anche se mio marito sembra non essere pienamente d’accordo perché, dice che, questa volta, per me, sarebbe più stressante della prima. Secondo lei dottore?
Gent.ma Signora, concordo con lei sul fatto che siete stati (anche) fortunati nell’essere diventati genitori subito al primo tentativo, perchè le statistiche parlano chiaro al riguardo. Immagino la gioia quando ha potuto finalmente tenere in braccio il suo piccolo, poco dopo averlo messo al mondo.
Indirettamente, anche io, mi emoziono felicemente quando vengo a sapere di nuove nascite grazie alla PMA. Sono passati ormai 13 anni da quando incomiciai a lavorare con le coppie con difficoltà procreative come consulente psicologo, ma continuo appunto ad emozionarmi ed ogni volta in maniera diversa.
Non entro nel merito delle percentuali relative alla probabilità di concepire al primo o a diversi cicli di PMA, perché sono dati la cui complessità e spiegazione richiederebbero un sapere più legato alla medicina e alla biologia della riproduzione piuttosto che alla psicologia e sessuologia. Per cui mi limito a dire che la probabilità di concepire un figlio, affidandosi ai trattamenti di PMA, è condizionata da tantissimi fattori (oltre a quelli di natura psicologica, sessuale e relazionale): l’età della donna, la specificità delle cause ginecologiche, andrologiche, ecc., di fondamentale importanza reputo la qualità e il grado d’eccellenza del Centro e quindi dello staff professionale a cui ci si rivolge e per mia esperienza professionale fanno veramente la differenza.
Voglio rassicurarla circa le preoccupazioni di suo marito riguardanti il timore che lei possa provare un carico maggiore di stress nel prossimo ciclo di trattamento, qualora decidiate di farne un altro.
Ci sono infatti delle evidenze, scientificamente fondate, a favore della credenza per cui le coppie cha abbiano già positivamente affrontato questi trattamenti manifestino livelli di ansia e stress più contenuti rispetto a quelle coppie che hanno avuto più difficoltà a gestire i disagi emotivi e relazionali. In altre parole, il fatto di esservi adattati bene al trattamento precedente può essere una risorsa per fronteggiare lo stress legato ai diversi momenti del trattamento che eventualmente andrete a fare. Queste considerazioni trovano spiegazione nel concetto di “resilienza”.
La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi stressanti o traumatici.
Le persone resilienti sono coloro che avendo appreso in precedenza come fare riescono a contrastare le contrarietà adattandosi efficacemente, aumentando così la possibilità di raggiungere mete importanti.
Ma se, da una parte, l’aver già vissuto positivamente (meglio di così?), un primo Ciclo coronando il desiderio di figlio, la riempie di ottimismo, dall’altra, potrebbe facilitare lo sviluppo di aspettative irrealistiche circa l’esito. Con ciò non la voglio portare a pensare solo al peggio, è importante che lei/voi possiate conservare una salutare speranza per il futuro ma vorrei anche che evitasse di credere, con assoluta certezza, di poter replicare il risultato precedentemente maturato.
Saper affrontare ed elaborare l’inevitabile disagio emotivo legato all’incertezza dell’esito nei percorsi di PMA è uno degli momenti più importanti proprio al fine di salvaguardare e promuovere il benessere individuale e di coppia. La gestione dello stress e dell’ansia, così pure ai mutamenti dell’umore che spesso accompagnano i momenti cruciali di un percorso di PMA possono essere appresi in tempi relativamente brevi con l’aiuto di uno psicologo esperto e competente.
Nella sua/vostra situazione specifica credo che la preoccupazione relativa a fare o meno un altro ciclo di trattamento non risieda tanto nella reale percezione di minaccia legata alla stress ad esso correlato che ribadisco sarebbe, qualora si verificasse, gestibile e superabile, ma piuttosto a considerare il grado di reale condivisione del desiderio di un altro figlio.
Pertanto ritengo utile, prima di scegliere se tornare a fare una altro Ciclo di PMA, potervi chiarire più profondamente come coppia e considerando le diverse, motivazioni, desideri ed aspettative che vi differenziano e allo stesso tempo vi uniscono in nome dell’amore.
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