Psicologia e PMA

Tratto da articolo pubblicato il 10.11.2008 su RIMINI DONNA, scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini  " Psicologia e PMA "

 

Caro Dottore, ho appena compiuto 30 anni e da 5 anni sono felicemente sposata. Dopo ripetuti tentativi di mettere al mondo dei figli ed effettuati i dovuti esami e visite, il ginecologo e l’andrologo ci hanno comunicato la diagnosi di “infertilità di coppia” insieme al consiglio di rivolgerci a un Centro specializzato nella prospettiva di avere un figlio con la procreazione medicalmente assistita (PMA). Io e mio marito abbiamo fatto nostro questo suggerimento ma vorremmo sapere quali potrebbero essere i risvolti psicologici legati a queste procedure. Lettera firmata

Gent.mi Signori, considerando il fatto che avete già maturato la scelta di rivolgervi a un Centro per candidarvi a un programma di PMA, vi elenco alcuni degli aspetti psicologici, sessuali e relazionali legati alla condizione di infertilità e a queste procedure. Da pochi mesi finalmente anche in Italia i Centri di PMA del Servizio Pubblico e quelli Privati accreditati, devono avvalersi di uno psicologo specializzato ed esperto di coppie con difficoltà procreative.

 

Suggerisco, appena possibile, di sfruttare appieno l’opportunità di questi importanti Servizi di informazione, consulenza e sostegno emotivo. La condizione di infertilità comporta delle reazioni di stress in entrambi i partners. Reazioni che tendono essere complesse e la loro intensità può suscitare sorpresa e dipende da fattori predisponenti, determinanti e di mantenimento di varia natura: psicologica, biologica e sociale. La gravità delle reazioni emotive dipende molto da quanto è sana e ben funzionante la coppia e gli individui che la compongono, dalla loro storia di vita. I forti vissuti emotivi sono una normale reazione alle difficoltà procreative. Nel tempo il disagio emotivo fluttua in intensità.

 

L’infertilità viene percepita dalla coppia come una crisi di vita, ciascun partner può reagire in modo unico cercando di arrivare alla soluzione in maniera diversa: le donne tendono a preoccuparsi di più per il futuro a provare più sensi di colpa e responsabilità nella soluzione dei problemi; hanno più bisogno di sfogarsi parlandone e continuano a percepire la maternità come il ruolo primario di una donna.

 

Gli uomini tendono invece a focalizzare la propria attenzione sullo stress della partner, a provare sentimenti ottimistici di risoluzione e a non cercare aiuto esterno, accettando meglio la prospettiva di vivere senza figli. I partner, durante le cure, i monitoraggi e le visite mediche potrebbero risentire della loro riservatezza per poi rimuginare sulle loro preoccupazioni e problemi riproduttivi. L’ansia può essere più intensa per le coppie che si accingono a sperimentare, per la prima volta, un Ciclo di trattamento di PMA.

 

Possono verificarsi la manifestazione di transitori disturbi della sessualità come desiderio sessuale ipoattivo in entrambi i partner, anorgasmia nella donna e disfunzione erettile nel maschio. Nel periodo di attesa dell’esito è normale che il disagio emotivo aumenti per stabilizzarsi dopo la comunicazione dell’esito. L’eventuale fallimento di un ciclo di PMA può essere un momento psicologicamente molto critico da affrontare con il sostegno uno psicologo competente per evitare che, un normale abbassamento dell’umore possa cronicizzare in un disturbo depressivo. Ci sono coppie che invece vivono più serenamente il percorso di PMA, soprattutto quando a coronarlo è la nascita di un figlio. L’immensa gioia che ne deriverebbe allora compenserebbe lo stress vissuto per averlo tramite queste tecniche dimedicina della riproduzione.