Piacere Sessuale

Tratto da articolo pubblicato il 12.04.2011 su RIMINI DONNA, RD Editore da Rimini Comunicazione srl

scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini " Conoscenza e  Piacere Sessuale "

 

Provare piacere ha la funzione di aumentare la frequenza di quella stessa esperienza che l’ha determinato. Attraverso il piacere impariamo cosa ci fa male e cosa ci fa bene. Come percepiamo dipende anche molto dalla cultura e dalle credenze che abbiamo appreso nella nostra famiglia d’origine e nella comunità sociale di appartenenza. Nel rispetto del punto di vista e le opinioni di ciascuno, ricordo che in alcuni contesti caratterizzati da una certa impronta morale, al piacere sessuale viene, a tutt’oggi, attribuito un significato negativo e, per chi lo prova, colpevolizzante.

Per alcune di queste persone può essere di non facile risoluzione la dissonanza fra il desiderio di provare piacere e il dovere morale di non poterne fruire liberamente. Il piacere agisce da rinforzatore di comportamenti è quindi fondamentale anche nello sviluppo delle abitudini. Se facciamo una cosa che valutiamo come piacevole sarà auspicabile ripeterla, prima o poi, altrimenti meglio evitarla.

Solitamente l’esperienza di piacere ha una funzione adattiva e positiva, quindi può essere un suggerimento per cosa desiderare nella vita di tutti i giorni, fatte alcune poche eccezioni come per esempio l’uso di droghe, alcol o gli eccessi in genere (spendere, mangiare, ecc.) che sono ovviamente nocivi e che a volte possono portare a situazioni patologiche come le “dipendenze” dai rivolti anche drammatici.

La letteratura scientifica chiarisce come una donna o un uomo che abbiano vissuto esperienze sessuali non gradevoli o addirittura traumatizzanti, potrà avere in futuro dei buoni motivi per scongiurarle. Per evitare altre esperienze sessuali spiacevoli queste persone possono mettere in atto almeno due strategie (disfunzionali): eliminare il desiderio negandosi la percezione della sua presenza, oppure credere all’impossibilità di provare piacere attraverso la sessualità.

In queste situazioni la memoria e le credenze frutto del passato inibiscono il desiderio presente, impedendo di fatto l’opportunità di fare nuove esperienze con esiti diversi più positivi e appaganti. Poter vivere piacevolmente le prime esperienze sessuali è molto importante, anzi può essere considerato un fattore protettivo/preventivo lo sviluppo, nel futuro arco dell’esistenza dell’individuo, di problematiche di natura emotiva, sessuale e relazionale. Non solo la conoscenza del funzionamento del proprio corpo ma anche imparare ad abbandonarsi, sapersi sintonizzare con le proprie emozioni, i propri desideri e i propri bisogni, spianerebbero la strada alla possibilità di godere del nostro comportamento sessuale.

Affrontare i primi timori legati a fare nuove esperienze corporee, maturando fiducia nel proprio corpo e circa le proprie reazioni fisiche ed emotive, non sempre è un percorso di facile realizzazione. Per riuscire a fruire del piacere sessuale con il partner oggi stesso, o in futuro, aiuta poterlo sperimentare innanzitutto in privato e con noi stessi, in un luogo protetto, dove siamo solo noi a decidere come e quando iniziare la scoperta del piacere. Alternando esperienze sessuali con il partner a momenti di conoscenza in privato del proprio corpo si possono sviluppare il senso di sicurezza, di accettazione, di libero coinvolgimento, che sono tutti ingredienti di base per riuscire a provare piacere durante un rapporto.  Ci sono diversi termini per rappresentare questi comportamenti, ciascuno relegato ad una specifica etimologia, semantica, cultura di appartenenza, credenze e valori, filosofie e stili di vita che rimandano ad orientamenti etici molto differenti fra loro: masturbazione, autoerotismo, onanismo, ecc.

Credo che questi vocaboli, anche se in maniera diversa, abbiano in comune il limite intrinseco di sottolineare la dimensione genitale dell’esperienza volontaria finalizzata al piacere. Le esperienze di scoperta di nuove sensazioni con se stessi possono quindi aiutare a distribuire l’attenzione anche alle parti del corpo extragenitali che sono comunque coinvolte nelle reazioni fisiologiche dell’eccitamento e del piacere. In altre parole, anche grazie a queste attività sessuali “al singolare” si impara, esperienza dopo esperienza, a godere. La funzionalità del farlo in assenza di un partner, sta nel mantenere e veder crescere comunque la prospettiva e il desiderio di fruire del piacere in due. Conoscersi del corpo, acquisire consapevolezza su cosa ci piace di più, cosa meno o cosa per nulla, diviene un’esperienza maturativa molto più ampia ed emotivamente profonda.

L’esplorazione, la stimolazione, l’accarezzamento dei genitali è solo un momento all’interno di un contatto con se stessi che coinvolge altri distretti corporei, quindi attraverso una più vasta gamma di sensazioni di diversa piacevolezza. Queste esperienze condivise con i nostri sensi, anche se ripetute in tempi diversi saranno comunque esperienze differenti fra loro. Esse sono potenzialmente utili a generare quella consapevolezza che gradualmente acquisirà la forza di aprire le porte alle dimensioni di un vissuto più profondo: dei pensieri, della libera immaginazione e delle fantasie che accompagnano ogni esperienza ricca di emozioni e sensazioni piacevoli.