Insicurezza Sessuale e Doping

Tratto da articolo pubblicato il 08.10.2010 su  SLIDE ITALIA, Edizioni Are Srl - Rovereta, Repubblica di San Marino, scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini  "Insicurezza Sessuale e Doping  "

 

Caro Dottore, sono un ragazzo di 24 anni e dopo aver fatto l’amore per la prima volta - a 18 anni - ho avuto una serie di defaillance. Da allora uso farmaci per non vivere nell’incertezza delle mie capacità sessuali e per aiutarmi. In palestra sentivo di tanti altri ragazzi che li usavano con risultati notevoli e allora ho continuato a prenderli, anche perché sembra quasi una moda. C’è gente che li compra su internet o in disco, anche in palestra e senza ricetta medica. Poi, una volta è successo che per vari motivi mi son trovato senza e non ha funzionato, così sono sprofondato nella vergogna e nella paura di non essere normale. Allora mi sono rivolto al mio medico di base e poi all’andrologo che mi ha detto che era tutto a posto, che in realtà era solo una cosa di testa e che avrei potuto consultare uno psicosessuologo per superare la mia insicurezza. Secondo lei, cosa mi è successo?

 

Caro Signore, purtroppo richieste simili alla sua sono sempre in aumento perché, da quando sono uscite le famose pasticche di color blu a forma di diamante e poi quelle gialle a forma di goccia (i cosiddetti “inibitori della fosfodiesterasi 5”), i comportamenti sessuali dei giovani sono cambiati notevolmente. La loro reperibilità è facilitata dal moltiplicarsi dei canali più o meno legali di distribuzione e vendita e il fenomeno è diventato di portata sociale.

 

L’uso di questi farmaci diventa un abuso quando, in assenza di disturbi di natura fisiologica o medica, vi si ricorre come “autoterapia” per superare le proprie ansie di prestazione. In realtà, l’impiego improprio di questi farmaci rinforza esattamente quell’insicurezza che ne aveva motivato il primo utilizzo. E succede inevitabilmente che l’ansia di prestazione aumenti nel momento in cui, per un motivo o per l’altro, per scelta o per caso, ci si ritrova senza la pillola “magica”, blu o gialla che sia. Innanzitutto c’è da dire che sono farmaci e non caramelle, quindi è opportuno e necessario rivolgersi al medico di fiducia per farseli prescrivere.

 

Ci sono controindicazioni precise, come le patologie cardiovascolari che vanno preventivamente considerate e mai sottovalutate anche in persone di giovane età. Lei si è rivolto giustamente, anche se in ritardo, al suo medico di base e poi all’andrologo: sono proprio loro i professionisti qualificati a valutare lo stato di salute da un punto di vista anatomo-funzionale, cioè fisico, e a prescrivere una cura a base di farmaci. L’andrologo da cui è andato le ha suggerito di rivolgersi a uno psicosessuologo specializzato dopo aver escluso la causa organica del suo disagio sessuale. Se non le avesse comunicato anche il nominativo (di solito ogni andrologo come ogni ginecologo collabora almeno con uno psicosessuologo di sua fiducia) lo può trovare facendo una semplice ricerca in internet, digitando il nome della sua città e accertandone la professionalità e la formazione. Nella sua lettera, lei mi chiede cosa le sia successo. Posso dirle che lei, grazie ai farmaci, si è abituato a evitare di “superare” le sue ansie da prestazione sessuale e di conseguenza non ha potuto sviluppare una genuina sicurezza nella sua sessualità.

 

All'inizio le sarà sembrato che tutto fosse a posto e funzionasse bene ma con il passare del tempo lei ha constatato che senza quelle pillole colorate l'effetto positivo svaniva, e dopo tutti quegli anni di assunzione lei si ritrovava esattamente al problema di partenza. L’uso non monitorato di quei farmaci, quindi il loro abuso e l'inevitabile dipendenza, hanno avuto a livello emotivo un effetto iatrogeno cioè generatore di problematiche nuove, inesistenti prima di iniziare a prendere i farmaci. Le nuove problematiche sono le continue preoccupazioni di reperire le pillole per tempo e prima che si prospetti l’occasione di fare l’amore, altrimenti s'impone la rinuncia. Ci sono ragazzi che senza pillole in tasca evitano di uscire con una ragazza. Quindi da normali diventano “dopati e dipendenti” da quelle sostanze reperite, oltre tutto, senza ricetta medica. Questa insicurezza sessuale influenza la prospettiva relazionale e condiziona la profondità affettiva inibendo, di fatto, lo sviluppo di un rapporto durevole e maturo. La psicoterapia, condotta da uno psicosessuologo specializzato, può aiutare a sviluppare la fiducia legata alla propria sessualità e a solidificarla nel tempo promuovendo così prestazioni soddisfacenti per entrambi i partner.

 

Il ragazzo che vive un disagio sessuale di natura emotiva e relazionale e pertanto si “dopa” può essere aiutato dalla collaborazione tra le diverse competenze dello psicosessuologo e dell’andrologo. L’intervento integrato spesso ha i maggiori vantaggi nel miglioramento della vita sessuale di queste persone. Altre volte può essere sufficiente un percorso psicosessuologico a interrompere, senza l’uso di alcun farmaco, quel circolo vizioso che ha inizio con la perdita dell'erezione e si rinforza con l'ansia e i sentimenti depressivi, condizioni emotive che finiscono per diventare allo stesso tempo causa ed effetto del disagio sessuale. La durata di un trattamento delle difficoltà erettili dovute a fattori di natura psicologica e non organica (la cosiddetta impotenza psicogena/relazionale) può variare da paziente a paziente, ma solitamente si risolve in pochi mesi. In ultima battuta, le dirò che nel trattamento rimane centrale il ri-dimensionamento delle aspettative mitiche di un pene che deve essere a tutti i costi sempre pronto e capace di prestazioni super-normali.