Indossatrici e cambiamenti estetici

Tratto da articolo pubblicato il 06.07.2011 su RIMINI DONNA, RD Editore da Rimini Comunicazione srl

scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini "Outplacement indossatrice per cambiamenti estetici legati all'avanzare dell'età"

 

Caro Dottore ho quasi 30 anni e da almeno 13 sono indossatrice per un brand di alta Moda. Negli ultimi anni mi chiamano sempre meno per le sfilate o per i servizi pubblicitari. Sono molto preoccupata perché temo di finire come le mie ex-colleghe che sono state scaricate dall’azienda con l’avanzare dell’età. All’inizio della mia carriera mi ero iscritta all’Università ma per i troppi impegni e spostamenti continui di lavoro, dopo i primi esami ho dovuto interrompere. Sto vivendo una crisi senza ritorno?

Gent.ma Signorina, durante gli ultimi 13 ha dedicato tutta se stessa al suo lavoro. Dall’età di 17 anni circa il suo impegno è stato tanto meritevole da darle la possibilità di continuare fare la modella, a sfilare e posare per l’alta Moda, ma allo stesso tempo ha dovuto anche rinunciare a diverse opportunità. In un primo momento nella fase di inserimento all’interno di nuovo contesto professionale spesso le persone credono che una volta entrate a farne parte, questa situazione possa continuare a tempo indeterminato. Quando le cose vanno bene e si lavoro a gonfie vele è difficile poter pensare e prepararsi ai cambiamenti di status occupazionale. Ma allo stesso tempo essendo stata centrata sulla carriera ha dovuto, per scelta, reprimere la sua passione per gli studi universitari e probabilmente anche rinunciare all’approfondimento e alla stabilizzazione delle amicizie e delle relazioni sentimentali. Mi riferisco all’ipotesi che abbia in questi ultimi anni incontrato una certa difficoltà nel costruire, fuori dal contesto di lavoro, storie d’amore di una certa stabilità non avendo avuto la possibilità di contare sul tutto il tempo utile per realizzarle. Iniziare a riconoscere e magari ad accettare nel senso più profondo la consapevolezza dei cambiamenti estetici, mentali e fisici legati all’avanzare dell’età, elaborando l’inevitabile disagio emotivo associato a questa esperienza, potrebbe aiutarla ad attraversare questo periodo di transizione nel migliore del modi prevenendo ulteriori difficoltà. Un mondo, quello dell’alta Moda a dir poco esigente, soprattutto verso le indossatrici e gli indossatori. La severità delle sue valutazioni è evidentemente giustificata dall’importanza che, appunto, “ri-veste” l’immagine con tutte le sue potenzialità comunicative, la sua capacità intrinseca di rappresentare un marchio, un brand che sia competitivo in un sistema di mercato globalizzato. A questo punto, credo sia importante che lei sappia distinguere fra gli effetti dolorosi dovuti alla graduale, ma inevitabile, esclusione dalla partecipazione agli ingaggi per gli eventi più quotati socialmente nel suo ruolo di indossatrice, da quelli invece legati al suo percepirsi diversamente come persona unica. Considero normale, anche se sicuramente molto spiacevole, il probabile senso di smarrimento e disorientamento che può percepire perché legato alla situazione contingente. La fase di transizione caratterizzata nell’uscire gradualmente dalla scena del suo ruolo lavorativo e dal contesto sociale si sostanzia come “outplacement”. Invece il processo, anch’esso di transizione, che seguirà quello di “outplacement” è il “replacement”. Cioè la realizzazione di bisogni ed opportunità identificando ed attivando al meglio le risorse che ha a sua disposizione, eventualmente poterne sviluppare delle nuove per riposizionarsi nel mercato del lavoro. Può trasformare in opportunità evolutiva e migliorativa la qualità della sua vita entrambi i passaggi di transizione che sono l’uno strettamente legato all’altro: outplacement e replacement. Sappia comunque che ci sono psicologi specializzati nell’accompagnamento emotivo a sostegno del cambiamento legato ad entrambe le transizioni. Potrebbe cosi rivedere gli obiettivi e i progetti della sua vita non solo sul piano della formazione e del lavoro ma anche delle relazioni. Il sostegno potrebbe aiutarla a ritrovare i suoi scopi originari, motivazioni ed aspettative più personali, svincolandosi dal condizionamento indotto dal fare, negli ultimi anni, un lavoro in continuo movimento fra una sfilate e viaggi di lavoro. Un percorso utile per rivalutare se stessa, le sue qualità personali dal suo punto di vista, disattivando i più severi criteri di giudizio che avrebbe condiviso con l’azienda per la quale tutt’ora lavora. Potrebbe ri-considerare la passione per lo studio che aveva dovuto soffocare. Comunque sceglierà, potrà percepire diversamente la sua esperienza lavorativa, alla luce di nuove prospettive tutte da vivere e ancora in divenire nella più piena consapevolezza che l’esistenza è costellata da continui cambiamenti piccoli o grandi che siano. Lei può riappropriarsi del senso libertà, padronanza decisionale circa cosa fare nel suo presente e per il suo futuro che forse ha disattivato in questi ultimi anni.